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Grafica

Vettoriale VS Raster

By Gennaio 7, 2021 Nessun commento
Vettoriale VS Raster
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    Corel Draw e Illustrator sono i software dedicati alla grafica vettoriale.

    Spiegarli a parole non è certo semplice, ma per rendere l'idea di cosa sanno fare e perché sono da identificare come strumenti completamente diversi dal più famoso e potente Photoshop è quasi d'obbligo.

    Innanzitutto occorre specificare che i software di grafica vettoriale (mi si conceda il paragone seppure un po' idealizzato) sono quanto di più vicino al mondo analogico ci sia in ambiente digitale.

    Le differenze tra grafica vettoriale e grafica raster.

    A differenza di Photoshop e più in generale dei software che gestiscono le immagini raster che prendono in carico informazioni grafiche già in qualche modo confezionate, in generale fotografie o comunque immagini, Corel Draw e Illustrator hanno (e devono anzi avere) una funzione diversa che, appunto, richiama fortemente la costruzione grafica che si realizzava in camera oscura o sui tavoli luminosi con gli strumenti che abbiamo già descritto ampiamente in un altro capitolo e soprattutto devono avere una loro propria funzionalità sganciata per quanto possibile dagli ambienti colore della grafica raster.

    La visualizzazione a monitor.

    Vero è che ogni file anche di tipo vettoriale viene visualizzato a monitor in ambiente RGB e di default viene stampato in quadricromia sulle stampanti e sui plotter collegati al software, ma altrettanto vero è che la costruzione di un file di tipo vettoriale ha tutt'altra struttura di un file fotografico e può essere determinata a priori proprio in fase di costruzione.

    Parliamo di separazione colori in ambiente vettoriale.

    Gli amici diversamente giovani come me si ricorderanno le prime separazioni di colore in corel o freehand, i software in primo piano fino alla seconda metà degli anni 90, realizzate ricostruendo letteralmente i disegni o i loghi come ci venivano consegnati e suddivisi in diversi canali (pagine o livelli in Corel draw, il software con cui ho iniziato a fare grafica digitale) in bianco e nero.

    Cioè se pensiamo ad un personaggio dei cartoni ad esempio, era uso comune, soprattutto per noi serigrafi così come per i grafici che iniziavano a lavorare soprattutto per la serigrafia, ricostruire il disegno o il logo già separato nelle pellicole finali.

    Come gestire le informazioni grafiche e di colore in grafica vettoriale per stampare a colori.

    Ecco che allora le informazioni relative al rosso di stampa erano in un livello o in una pagina dove il colore era semplicemente il 100% di nero che avrebbe generato la pellicola.
    La pellicola sarebbe servita per produrre il telaio che avrebbe dovuto stampare quel rosso.
    Allo stesso modo veniva creato ogni altro colore componente il disegno finale e, una volta stampate tutte le pellicole, si verificava in via definitiva la bontà della selezione colore effettuata: se ogni colore combaciava perfettamente con il
    suo adiacente e il tutto era perfettamente racchiuso nel contorno il lavoro poteva essere approvato e si procedeva con i telai.

    Da dove si partiva in epoca analogica e come si arrivava al risultato.

    Questo perché nella maggior parte dei casi gli originali erano per lo più fax, disegni realizzati a mano, fotocopie a colori di originali, insomma supporti di origine analogica che venivano acquisiti tramite scanner e importati nel computer come fossero immagini raster.

    Il lavoro consisteva proprio nel riprodurre ricalcando letteralmente il disegno mediante costruzioni geometriche con le curve di bezier, il controllo dei nodi e delle linee e mille altri accorgimenti che consentivano di ottenere alla fine la pellicola in formato vettoriale da riprodurre poi sul telaio.

    C'era però un rischio...

    Ovviamente il rischio di dimenticare qualcosa, qualche dettaglio piccolissimo c'era sempre e ad un certo punto, quando il digitale ha iniziato a “pesare” un po' di più, i software in generale sono diventati più potenti e sempre più utilizzati, le informazioni grafiche hanno progressivamente smesso di essere distribuite fisicamente e sempre più attraverso dischetti (vi ricordate i floppy disk?) prima, le chiavette poi, i cd o dischi di memoria digitale poi per arrivare agli odierni strumenti come le mail, we-transfer e i vari cloud in condivisione.
    E quindi anche i disegni, i loghi le scritte hanno iniziato ad arrivate in forma composita, cioè con i colori già pronti nelle loro gradazioni e cromie.

    Fantastico direte voi!

    Grande passo in avanti!

    Manca qualcosa?!

    Non fosse che...con il tempo e l'abitudine al digitale si è persa la concezione di come un file vettoriale dovrebbe essere costruito per essere utilizzato in modo efficace, veloce e senza possibilità di errori in serigrafia.

    Già, perché nel mondo digitale ogni informazione grafica che sia a colori piatti, pantone o in altro standard cromatico alla fine nasce in RGB e muore in CMYK: sempre!

    Magari su plotter sofisticati possono esistere tinte di rinforzo per ottenere colori puri, fluo, e così via, ma di fatto il logo, il disegno vettoriale in generale sarà riprodotto in CMYK.

    E allora cosa è davvero importante conoscere di un software vettoriale per non avere problemi in fase di separazione colori?

    Per la serie: prevenire è meglio che curare, anche in questo caso preparare o far preparare un file in modo appropriato consentirebbe di avere un flusso di lavoro in fase di separazione colori pressoché immediato e senza errori di sorta.

     

    Regola fondamentale!

    Sia che siate voi i creatori del soggetto grafico sia che siano agenzie o comunque grafici esterni alla vostra struttura fate in modo che ogni file, dal più semplice (logo con scritte e forme geometriche semplici a uno o anche solo a due colori) al più complesso (disegno complesso con sfumature, sovrapposizione di tinte in trasparenza, mezzitoni con passaggi tonali etc.) sia costruito partendo da tinte di base e non da informazioni in CMYK o in RGB.

    Utilizzate o fate utilizzare da chi realizzerà il soggetto grafico tinte possibilmente presenti nella scala pantone, magari preferendo le tinte classiche Pantone coated (quelle identificate con la lettera C di suffisso per intenderci) e anche nei passaggi cromatici complessi non avvaletevi delle sfumature generate da tinte in RGB o CMYK.

    Come procedere.

    Costruire un logo o un disegno o più in generale un soggetto grafico utilizzando colori di cartella significa avere due grandi vantaggi:

    1. Le tinte pantone consentono di andare in stampa già con i canali perfettamente separati e pronti per generare le pellicole.
      Si eviterà così di controllare ogni singolo dato e soprattutto di generare, per ogni colore, una lastra con i neri e i trasparenti: andando in stampa e selezionando l'opzione “separazione colori” anziché “composita” sarà possibile identificare in modo inequivocabile le lastre (pellicole) generate e ottenere in brevissimo tempo i supporti stampati utili a realizzare i telai corrispondenti in tempo quasi zero!
    2. L'aver costruito il soggetto grafico con tinte pantone consentirà comunque in alternativa di uscire in stampa anche in quadricromia, sia in composito che in separazione colori, bypassando i pantoni o utilizzandone magari solo uno o alcuni per rinforzare eventualmente le tinte.
      Questa operazione non è possibile realizzarla se il file è costruito in RGB o, peggio ancora in CMYK: in questo caso la sola possibilità in uscita sarà quella dei quattro canali CMYK con tutte le problematiche già viste.

    Conclusione Vettoriale VS Raster

    Possiamo quindi dire che la grande differenza tra un software vettoriale e uno raster...

    ...sta proprio nel fatto che oltre a lavorare, il primo, indipendentemente dalla risoluzione sta nel fatto che se il prodotto grafico viene realizzato in modo corretto, la separazione colori sarà una conseguenza a costo e tempo zero del lavoro fatto.

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