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Stampa e Produzione

La Quadricromia – Step 1

By Gennaio 27, 2021 Nessun commento
Quadricromia Step 1
Riassunto dei contenuti
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    Vero è che la quadricromia oggi è fatta con degli strumenti e con dei sistemi di misurazione precisi (e costosi), con inchiostri di altissima qualità (anche se non sempre), pigmenti sempre più puri e selezionati (ma non per tutti gli inchiostri), vero è anche che, alla fine, se dovessimo partire dall’inizio, la domanda, dal mio punto di vista, dovrebbe essere: “chi davvero ha la necessità di stampare in quadricromia?

    Regole e convenzioni

    Vero è che ci sono delle regole molto precise, assolute per certi versi. 

    Vero è che il supporto tra i migliori e più collaudati su cui realizzare una quadricromia è la carta, così come anche materiali che in genere hanno una sostanza e una composizione che è mediamente sempre la stessa, costante, sia in peso che in struttura, sia in rapporto di assorbenza che di...colore.

    Vero è quindi che il dosaggio dell’inchiostro sul supporto di stampa dovrebbe (in realtà DEVE) essere costante, regolare e calibrato, sempre!

    E altrettanto vero...

    ...è che il rapporto tra deposito e assorbimento, tra stesura ed evaporazione (nel caso di inchiostri che ne siano soggetti), tra pressione di racla e velocità, tra miscelazione e profilazione, tra spessore e trasparenza sono fondamentali.
    Tutti dati imprescindibili e da tenere scrupolosamente sotto controllo!

    E ancora...

    ...vero è che stampare su un supporto bianco o su una base di inchiostro bianco fa un’enorme differenza.
    Vero è che stampare su un fondo bianco e un bianco di fondo pone di fronte a due mondi diversi, per concezione e risultati.
    Vero è che la colorazione del bianco usato come fondo influisce in modo anche importante sul bilanciamento cromatico del complesso della stampa.

    E quindi un supporto vale l'altro?

    Un supporto, ovviamente, non vale l’altro e, anzi, costituisce una variabile determinante.
    Un supporto con tutte le sue caratteristiche ha comportamenti diversi e risultanze diverse.
    Un tessuto non è un foglio di carta o di pvc o di vetro o di altro materiale in genere con nessuna o pochissima assorbenza e una superficie mediamente regolare, ma è una struttura con parametri e caratteristiche molto instabili, variabili e mai davvero controllati e, tantomeno, calibrati.

    Hai mai provato...

    ...a stampare anche solo un soggetto a un colore su un tessuto di bassa qualità, magari con un peso reale di, ad esempio, 130 grammi (per metro lineare) e su un tessuto da 150 grammi o ancora su un tessuto in jersey da 250 grammi o ancora...mai provato?

    Se si hai mai notato quante variabili intervengono per ottenere in qualche modo un risultato anche solo lontanamente paragonabile tra i vari pesi di tessuto?
    La mano di stampa, la stesura, la regolarità o meno della superficie di stampa, la definizione etc. etc. avranno caratteristiche diverse tra un supporto e l'altro.

    Mai provato? Forse è il caso che tu lo faccia  e poi faccia qualche considerazione.

    E se i risultati e l’esecuzione sono diverse con un inchiostro coprente pensi che una combinazione di inchiostri trasparenti (oltretutto con una trasparenza non assoluta, ma variabile in base a una serie infinita di fattori) non sia da meno?

    A chi serve?

    E allora...se tutto questo (e non solo, ci saranno altri punti da considerare) è vero, a chi dovrebbe davvero servire stampare in quadricromia?

    Davvero il gioco, lo studio, la competenza, l’attrezzatura, il tempo necessari per ottimizzare un processo così complesso valgono il costo di “due o tre telai in più”?


    Alla fine, qual è davvero il mercato in grado di recepire tutto questo sforzo e attribuirgli il valore che merita?

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